Tra il VII e il VI secolo a.C. gli Etruschi dovevano aver scoperto e usato il facile guado del fiume Arno presso la confluenza dove anche la pianura era più stretta per la vicinanza dei colli da nord e da sud. In quel punto avevano costruito probabilmente una passerella o un servizio di traghetto, che doveva trovarsi una decina di metri dall’attuale Ponte Vecchio di Firenze, nel guado più stretto. Gli etruschi comunque preferivano non fondare città in pianura per ragioni di difesa (da eserciti stranieri e dalle inondazioni) e si stabilirono a circa sei chilometri dal guado su una collina, dove nacque il centro fortificato di Vipsul, l’odierna Fiesole.
Firenze fu fondata da Giulio Cesare come insediamento per i soldati romani in pensione, noti come veterani. Il nome ufficiale della città era Florentia, che in latino significa “fiorente” o “prospera”. La città era dedicata al dio della guerra Marte e strategicamente situata nella fertile valle del fiume Arno, fungendo da avamposto militare e snodo commerciale. La sua posizione lungo la Via Cassia, una delle principali strade romane, facilitava i collegamenti tra Roma e le province settentrionali.
Florentia fu costruita nel tipico stile romano, con una pianta a griglia incentrata su un foro (piazza principale), templi, terme e un anfiteatro. La città era circondata da mura per protezione.
Durante la persecuzione dei cristiani da parte dell’imperatore Decio, avviene la decapitazione del primo martire: san Miniato, santo cefaloforo perché avrebbe raccolto la sua testa e sarebbe andato a piedi verso il colle dove oggi sorge la basilica a lui dedicata.
Il primo pater patriae il vescovo san Zanobi animò la resistenza dei fiorentini contro l’invasione dei Ostrogoti di Radagaiso, che assediarono la città ma furono provvidenzialmente sconfitti dall’arrivo di Stilicone, il grande generale dell’Imperatore Onorio. Il giorno della vittoria (secondo la tradizione) si ricordava Santa Reparata di Cesarea di Palestina e per questo si volle dedicare in segno di riconoscenza una pieve a nord, quella Chiesa di Santa Reparata che alcuni secoli più tardi diventò la Cattedrale al posto del già esistente Battistero di San Giovanni, allora semplicemente chiesa, indicata spesso come l’edificio più antico di Firenze che abbia mantenuto la sua struttura originaria.
Grazie alla vittoria avvenne la definitiva conversione di tutta la popolazione al cristianesimo e l’antico patrono, il Dio Marte, fu sostituito gradualmente da san Giovanni Battista.
Dopo la caduta dell’Impero romano (476) Firenze fu conquistata da molteplici eserciti:
- i Bizantini di Belisario (541)
- gli Ostrogoti di Totila (550)
- i Goti di Teodorico (552)
- i Longobardi (570)
- i Carolingi dell’imperatore Lotario (822)
Nel 1076 Matilde di Canossa, che aveva già regnato affiancata alla madre, divenne a 30 anni l’unica sovrana incontrastata di tutte le terre che vanno da Corneto (ora Tarquinia) al Lago di Garda. A Firenze gli scontri tra eretici patarini e il clero furono frenati finché la Contessa fu in vita.
Nel 1138 Firenze divenne un comune autonomo, governato da un sistema repubblicano basato sulle Arti e Corporazioni, le potenti associazioni di mercanti e artigiani. La città si arricchì grazie al commercio e all’industria tessile, in particolare con la lavorazione della lana. Tuttavia, il periodo fu segnato anche dalle lotte tra Guelfi (favorevoli al Papa) e Ghibellini (favorevoli all’Imperatore), culminate nella definitiva vittoria dei Guelfi alla fine del XIII secolo.
I mercanti fiorentini iniziavano già a inserirsi nel circuito degli scambi europei. Panni semilavorati arrivavano dalle Fiandre e dalla Francia e l’allume per la tintura dal Levante: con questi i fiorentini raffinavano e tingevano i tessuti fino a trasformarli in preziose stoffe che rivendevano all’estero a prezzi notevolmente maggiorati. Iniziavano inoltre in quell’epoca le prime attività bancarie che garantivano lauti guadagni, sebbene con alcuni rischi, non ultimo quello di accusa di usura da parte della Chiesa.
All’interno della cerchia urbana si acuiva il conflitto, di natura culturale prima che militare, tra la morente tradizione feudale e la nuova borghesia mercantile, manifatturiera e bancaria. La stessa edilizia cittadina, ormai caratterizzata da altissime torri (in realtà vere e proprie fortificazioni cittadine) documentava uno stato di perenne lotta. È la Firenze della cerchia antica di Cacciaguida, ricordata da Dante.
Nel 1255 si costruisce il palazzo del Popolo, poi detto il Bargello. Risale a quegli anni lo scapitozzamento delle torri dei nobili, l’abbassamento della loro altezza, provvedimento sia di ordine pubblico che simbolico e morale.
Il decennio del Primo Popolo vide il fiorire straordinario delle attività economiche, sostenute anche dalla propria valuta in oro, il fiorino: introdotto nel 1252, fu la prima moneta aurea dell’Europa occidentale, grazie al valore sia in peso che in lega che rimaneva straordinariamente costante (San Giovanni ‘un vuole inganni è un proverbio fiorentino che dice come l’effigie di San Giovanni Battista sul fiorino fosse garanzia di qualità), assicurando una straordinaria diffusione in tutta Europa e nel bacino del Mediterraneo, quale moneta per le transazioni economiche importanti, i grossi pagamenti e i prestiti internazionali.
Dante scrive la Divina Commedia tra il 1308 e il 1321 (anno della sua morte), ma il viaggio ultraterreno descritto si svolge il 25 marzo del 1300, quando il poeta smarrito nella “selva oscura” intraprende il cammino attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso, guidato prima dal maestro Virgilio e poi da Beatrice, la donna da lui amata perdutamente in vita.
Secondo la tradizione, gli ultimi tredici canti del Paradiso furono ritrovati dal figlio di Dante, Jacopo Alighieri, dopo la morte del poeta, avvenuta nel 1321. Fu grazie ad un sogno che Dante rivelò al figlio il luogo dove si trovavano i canti mancanti: una parete nascosta nella sua casa di Ravenna.
Giotto realizza il celebre ciclo di affreschi dedicata al santo nella Cappella Bardi. Le scene mostrano l’evoluzione massima del linguaggio pittorico di Giotto, con figure solide, prospettiva intuitiva e una profonda espressione emotiva. L’uso innovativo della luce e dello spazio le rende particolarmente realistiche e drammatiche. Nella morte di San Francesco il santo è circondato dai suoi confratelli mentre lascia la vita terrena. Quest’opera è uno dei massimi capolavori della pittura gotica italiana e un punto di riferimento fondamentale per lo sviluppo dell’arte rinascimentale.
La leggenda è legata alle origini di Firenze e al suo destino. La statua, che rappresentava il dio romano della guerra, si trovava nei pressi del Ponte Vecchio, ed era considerata un simbolo protettore della città.
Nel 1333, Firenze fu colpita da una devastante alluvione dell’Arno, che distrusse il Ponte Vecchio e fece crollare la statua di Marte staccandone la testa. Si racconta che da quel momento il dio si sarebbe vendicato, privando la città della sua protezione.
Questa credenza trovò conferma negli eventi successivi:
- nel 1348 la peste nera
- nel 1378 ci fu il tumulto dei Ciompi (lavoratori salariati dell’Arte della Lana)
- nel 1494 il dominio dei Medici fu rovesciato da Savonarola
Alcuni videro in questi eventi la conseguenza della “maledizione di Marte”.
Il Rinascimento è stato una rivoluzione culturale che ha cambiato radicalmente il modo di vedere l’universo ponendo l’essere umano al suo centro. Attraverso la prospettiva nell’arte, la scoperta delle leggi della natura, l’umanesimo, il nuovo ruolo della donna a fianco dell’uomo, i parametri della vita sono stati ridefiniti completamente. Anche l’epoca moderna deriva in gran parte da quello straordinario periodo.
- Dante Alighieri: la Divina Commedia, 1321
- Giotto: Storie di San Francesco, 1325
- Giovanni Boccaccio: Decameron, 1353
- Petrarca: Canzoniere, 1374
- Donatello: il David, 1440
- Michelangelo: affreschi della Cappella Sistina, 1483 e il David, 1501-1504
- Sandro Botticelli: la Nascita di Venere, 1485
- Leonardo da Vinci: la Gioconda, 1506
- Raffaello: la Scuola di Atene, 1509
- Ludovico Ariosto: Orlando furioso, 1516 furiosoatlas.com
- Niccolò Machiavelli: il Principe, 1532
- François Rabelais: Pantagruele e Gargantua, 1532-1534
- Nicolao Copernico: Sulla rivoluzione delle sfere celesti, 1543
- William Shakespeare: Amleto, 1599
- Caravaggio: il Sacrificio di Isacco, 1603
- Miguel de Cervantes: Don Chisciotte, 1605-1615
- Johannes Kepler: le 3 leggi del moto planetario, 1609-1619
- Galileo Galilei: Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, 1632
David è spesso interpretato come raffigurazione dell’eroe biblico prima della sua battaglia con Golia, catturando un momento di intensa concentrazione e determinazione. Tuttavia, alcuni storici dell’arte sostengono che la statua rappresenti David dopo la battaglia, con un’espressione più contemplativa.
L’ambiguità della sua espressione, che rifletta calma sicurezza, tensione o introspezione, ha scatenato dibattiti per secoli.
Il blocco di marmo di Carrara utilizzato per creare David era noto come “il Gigante“. Era stato estratto decenni prima ed era stato parzialmente lavorato da altri scultori, tra cui Agostino di Duccio e Antonio Rossellino, che lo avevano abbandonato a causa delle sue imperfezioni.
Michelangelo accettò la sfida di trasformare questo blocco imperfetto e trascurato in un capolavoro. Il modo in cui visualizzò ed eseguì una forma così perfetta da un pezzo di marmo danneggiato rimane una testimonianza del suo genio.
La Monna Lisa, dipinta da Leonardo da Vinci, è probabilmente l’opera d’arte più famosa ed enigmatica al mondo. Il suo fascino non risiede solo nella sua maestria artistica, ma anche nei numerosi misteri che circondano il dipinto. Ecco alcuni dei misteri più intriganti e dei fatti meno noti sulla Monna Lisa.
Il mistero più duraturo è l’identità della donna nel dipinto. La credenza tradizionale è che sia Lisa Gherardini, la moglie del mercante fiorentino Francesco del Giocondo, motivo per cui il dipinto è anche noto come La Gioconda.
Un’altra ipotesi, forse più probabile, identifica la donna nel dipinto con l’amante segreta di Giuliano de’ Medici, Pacifica Brandani una donna matura come appare nell’opera di Leonardo e non la quindicenne Lisa Gherardini…
Il sorriso della Monna Lisa è uno degli aspetti più dibattuti del dipinto. Sembra cambiare a seconda della prospettiva dell’osservatore e dell’angolazione da cui viene visto, un fenomeno noto come “sorriso inafferrabile”.
Leonardo era affascinato dall’ottica e dalla percezione umana, e alcuni credono che abbia incorporato illusioni ottiche nella Monna Lisa. Il sorriso sembra cambiare se visto da diverse angolazioni o distanze. Il paesaggio sullo sfondo sembra spostarsi e allontanarsi, creando un senso di profondità e movimento.
Galileo mirava a dimostrare che il sistema copernicano non era solo un’ipotesi matematica, ma una realtà fisica. Cercò di sfidare la visione del mondo aristotelica che aveva dominato il pensiero europeo per secoli. Il Dialogo ebbe un profondo impatto sullo sviluppo della scienza moderna. Contribuì a spostare il paradigma da una comprensione geocentrica a una eliocentrica dell’universo e dimostrò il potere delle prove empiriche e dell’argomentazione ragionata.