La Venere (conosciuta anche come La nascita di Venere) e la Primavera sono due iconici dipinti rinascimentali di Sandro Botticelli, che esprimono la filosofia neoplatonica. Il neoplatonismo, emerso nel III secolo d.C., fu ripreso durante il Rinascimento e influenzò pesantemente l’arte, la letteratura e il pensiero. Sottolineava la connessione tra i regni fisico e spirituale, l’ideale di bellezza e la natura divina dell’amore.

Botticelli fu influenzato dalla filosofia neoplatonica promossa dalla famiglia Medici e dall’Accademia Platonica fiorentina, guidata da pensatori come Marsilio Ficino e Giovanni Pico della Mirandola. Infatti i suoi dipinti sono una continua ricerca per rivelare il mistero della Bellezza naturale e spirituale.

Simonetta Vespucci, una nobildonna di Genova che sposò un membro della famiglia Vespucci di Firenze, è spesso considerata la musa di Botticelli. Era rinomata per la sua bellezza e fu celebrata da molti artisti e poeti dell’epoca.

Lorenzo de Medici scrisse alla sua morte:

O chiara stella che co’ raggi tuoi
togli alle vicine stelle il lume,
perché splendi assai più del tuo costume?
Perché con Febo ancor conteder vuoi?
Forse i belli occhi, quali hai tolto a noi
morte crudel, che ormai troppo presume,
accolti hai in te: adorna del loro nume,
il suo bel carro a Phebo chieder puoi.
O questo o nuova stella che tu sia,
che di splendor novello adorni il cielo,
chiamata essaudi, o nume, i voti nostri:
leva dello splendor tuo tanta via,
che agli occhi, che han d’eterno pianto zelo,
senza altra offension lieta ti mostri.

La nascita di Venere

Primavera, allegoria del viaggio dell’Anima verso l’Amore Divino, con Venere come guida

Dietro la figura di Venere, che è in cinta, le piante disegnano due “polmoni” fatti d’aria; l’amore naturale deve essere completato dall’amore celeste e divino. Attraverso l’amore l’essere umano tocca Dio nel tempo e fuori del tempo.

  • Venere: la figura centrale, che rappresenta l’amore e la bellezza. Si trova in un boschetto di aranci, a simboleggiare la purezza e l’amore eterno.
  • Le Tre Grazie: simboleggiano gioia, splendore e prosperità, riflettendo la fede neoplatonica nel potere trasformativo della bellezza e nella sua connessione con il divino.
  • Mercurio: all’estrema sinistra, disperde le nuvole con il suo caduceo, a simboleggiare l’arrivo della primavera e la protezione del giardino.
  • Flora: la figura che sparge fiori, a simboleggiare la fioritura della primavera.
  • Clori e Zefiro: sulla destra, Zefiro, il dio del vento, insegue Clori, una ninfa, che si trasforma in Flora, la dea dei fiori, a simboleggiare il rinnovamento della natura.
  • Cupido: sopra Venere, bendato e che punta la sua freccia, a rappresentare l’imprevedibilità dell’amore.
  • Orari dal martedì alla domenica, dalle 8.15 alle 18.30
  • Chiuso il lunedì, il 1° gennaio, il 25 dicembre
  • La biglietteria chiude alle 17.30
  • Alle 18.30 i visitatori saranno invitati a dirigersi verso l’uscita.